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La storia di Anonima da Torino: “naturalmente il modo in cui è vestita la persona molestata non conta nulla, e lo dimostra il fatto che io portavo un cappotto fino alle ginocchia”.

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Stavo cercando un negozio nei pressi di Piazza Statuto. Erano le sei di sera, quindi c’era ancora un po’ di luce e pensavo di non aver motivo di preoccuparmi. Mi è già capitato di essere apostrofata da sconosciuti molto più grandi di me in quella zona, ma fino ad allora si erano limitati a frasi come “ciao bella signorina”, “dove stai andando” e cose simili. Fastidiose, insomma, ma nulla di che.
Ho incrociato dapprima un uomo solo, che camminava nella direzione opposta alla mia e ha fischiato al mio passaggio. Quando mi ha sorpassata mi sono voltata verso di lui e, vedendo che anche lui mi stava guardando, gli ho lanciato un’occhiata piena di disprezzo. Poi ho continuato a camminare.
Già leggermente infastidita, ho incrociato due ragazzi che hanno fischiato e mi hanno detto qualche parola. Mi sono voltata per insultarli, ma ho notato che il primo uomo aveva cambiato senso di marcia e mi stava seguendo. Ho iniziato a essere leggermente inquieta, ma ho fatto finta di nulla. Ho imboccato una via laterale, credendo fosse quella che portava al negozio, ma poi ho scoperto di averla sbagliata: allora ho visto l’uomo che mi aspettava sulla strada principale. Era fermo davanti alle strisce pedonali e guardava me. Costretta a passare proprio di lì, ho accelerato il passo e tentato di passargli il più lontano possibile. Allora ha iniziato a dire “vieni qui, bella, devo parlarti”; “fermati, voglio dirti una cosa”; e ha tentato di afferrarmi un braccio, ma l’ho fortunatamente scansato. Dato l’orario e il clima invernale eravamo soli su quella via. Ho continuato a camminare nonostante lui continuasse a seguirmi e a chiedermi di parlare con lui, e ho finalmente trovato la via laterale che portava al negozio. Sono corsa all’interno e, una volta uscita, lui non c’era più.
Quando ho raccontato la storia ad alcuni conoscenti mi hanno risposto, più o meno scherzosamente, di vestirmi di più. Naturalmente il modo in cui è vestita la persona molestata non conta nulla, e lo dimostra il fatto che io portavo un cappotto fino alle ginocchia.

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